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Situazioni d’emergenza

Situazioni d’emergenza

  • On 15 Novembre 2010
  • emergenze, informazioni, Patologie

Le cure che ogni proprietario ha il dovere di rivolgere al proprio cane o gatto non si esauriscono con la somministrazione di cibo ed affetto, ma implicano anche la tutela e la salvaguardia della salute dell’animale. Quindi dobbiamo essere in grado di compiere piccole manualità sui nostri amici che fin dalla più tenera età devono essere abituati ad accettare di buon grado questi piccoli interventi. La fermezza, la pacatezza e la dolcezza sono il segreto per ottenere la più completa collaborazione; così facendo ben presto capiranno che questi piccoli gesti sono fatti nel loro interesse.

ATTEGGIAMENTI CORRETTI DA TENERE IN OGNI SITUAZIONE DI EMERGENZA

  • NON PERDERE LA CALMA E PRIMA DI MUOVERE L’ANIMALE PER TRASPORTARLO OSSERVATE SE RESPIRA BENE, SE VI SONO EMORRAGIE E SE E’ PRESENTE IL BATTITO CARDIACO;
  • UN ANIMALE TRAUMATIZZATO PUO’ AVERE REAZIONI INCONTROLLATE PER IL DOLORE E LA PAURA, QUINDI AVVICINATELO LENTAMENTE PARLANDOGLI CON DOLCEZZA;
  • CERCATE DI TENERE IL SOGGETTO FERMO E NON PERMETTETEGLI DI COMPIERE MOVIMENTI BRUSCHI E VIOLENTI, SE NECESSARIO IMMOBILIZZATELO SEGUENDO I SUGGERIMENTI SEGUENTI:
  • DURANTE IL TRASPORTO DAL VETERINARIO SPOSTATE L’ANIMALE EVITANDO DI SOLLECITARE E DI METTERE SOTTO TRAZIONE O TORSIONE LA COLONNA VERTEBRALE. E’ SEMPRE MEGLIO UTILIZZARE RUDIMENTALI BARELLE O SUPPORTI RIGIDI;
  • NON SOMMINISTRATE RIMEDI CASALINGHI O FARMACI CONSIGLIATI DA PARENTI O AMICI PER “SENTITO DIRE”;
  • PRIMA DI UTILIZZARE QUALUNQUE MEDICINALE CONSIGLIATEVI TELEFONICAMENTE CON IL VOSTRO VETERINARIO O CON UN PRONTO SOCCORSO;
  • IN CASO DI INCIDENTI O MALESSERI IMPROVVISI NON PERDETE TEMPO TENTANDO IMPROBABILI RIMEDI CASERECCI O ASPETTANDO CHE “SI RISOLVA DA SOLA”, MA RECATEVI
    IMMEDIATAMENTE DAL VETERINARIO.
  • IN CASO DI MALORI OSSERVATE ATTENTAMENTE L’ATTEGGIAMENTO DELL’ANIMALE IN MODO DA ESSERE IN GRADO DI FORNIRE INFORMAZIONI IL PIU’ PRECISE POSSIBILI DAL VETERINARIO.
  • SE L’ANIMALE HA AVUTO VOMITO O DIARREA MENTRE VI RECATE DAL VETERINARIO
    PORTATENE UN CAMPIONE CON VOI: POTREBBE ESSERE UTILE PER LA DIAGNOSI.

COME DIAGNOSTICARE UNA FRATTURA?

Le fratture agli arti si verificano a seguito di incidenti o maltrattamenti. Il cane o il gatto non riescono ne ad appoggiare l’arto fratturato che appare inerte ed il più delle volte gonfio e deformato. Le fratture possono essere di due tipi: “chiuse” o “aperte”, nel primo caso la cute ed i tessuti al di sopra dell’osso fratturato sono intatti, mentre nel secondo sono lacerati ed i due monconi ossei appaiono all’esterno.

COME COMPORTARSI DI FRONTE A FRATTURE APERTE?

Non si devono assolutamente muovere i due monconi ma occorre limitarsi a pulire la ferita con acqua ossigenata o acqua bollita e ricoprire l’arto con una garza sterile o con un panno pulito senza tentare di immobilizzarlo e recarsi immediatamente dal veterinario.

COSA FARE DI FRONTE AD UNA FRATTURA?

In presenza di un arto fratturato l’intervento immediato ha lo scopo di limitarne i movimenti in attesa di giungere dal veterinario. L’arto fratturato va maneggiato con estrema delicatezza, senza sottoporlo a trazioni o torsioni, o peggio tentare di rimettere in posizione corretta i monconi ossei. La parte lesa va protetta con cotone, bende o giornali su cui è possibile appoggiare dei supporti rigidi come stecche di legno o cartone che devono essere fissati con del cerotto.

COME TRATTARE UNA FERITA DA TAGLIO?

Le ferite alle zampe provocano emorragie piuttosto abbondanti poiché questa regione è riccamente vascolarizzata. La prima cosa da fare è arrestare la fuoriuscita di sangue: come laccio emostatico è possibile utilizzare un fazzoletto, una cravatta o una cintura che vanno annodati attorno all’arto dell’animale al di sopra della ferita. Va allentato ogni 5 minuti e non deve essere lasciato per più di mezzora. Se non è possibile ricorrere subito all’aiuto del veterinario occorre tagliare il pelo attorno alla ferita e disinfettarla accuratamente con acqua ossigenata, quindi asciugarla ed applicarvi una pomata antibiotica prima di bendarla. Terminate queste operazioni si può togliere il laccio. Se l’emorragia si arresta e la ferita non è di grandi dimensioni è sufficiente cambiare il bendaggio e rinnovare l’applicazione della pomata tutti i giorni, altrimenti è fondamentale l’intervento del veterinario. Le ferite presenti sul tronco vanno lavate, disinfettate con acqua ossigenata e tamponate con ghiaccio per fermare l’emorragia. L’intervento del veterinario è comunque indispensabile nel caso di ferite ampie che necessitano punti di sutura.

COSA FARE IN CASO DI FERITA DA MORSO?

Le ferite da morso sono frequenti nei cani e e nei gatti in seguito a colluttazioni. Se la ferita è di circa due centimetri di lunghezza e poco profonda è sufficiente tagliare accuratamente il pelo ai margini della lesione e, dopo aver disinfettato con acqua ossigenata, applicare una pomata antibiotica. In questi casi una sutura non solo non è necessaria, ma è sconsigliabile poiché non consente l’allontanamento di eventuali raccolte sierose, ematiche o purulente. Nei giorni successivi si deve tenere pulita la parte mediante lavaggi con acqua ed amuchina e schiacciare dolcemente la zona circostante per fare fuoriuscire i liquidi che possono formarsi e ripetere l’applicazione della pomata due volte al dì, somministrando, se vi è un interessamento dei tessuti circostanti, degli antibiotici per via generale. Se la ferita è ampia e vi è uno scollamento di una larga parte dei tessuti sottostante occorre lavare e disinfettare la parte; se è il caso, limitare l’emorragia applicando compresse di ghiaccio e cotone emostatico e ricorrere immediatamente all’intervento del veterinario.

COSA FARE IN CASO DI PUNTURA DI INSETTO?

Le punture d’insetto a volte causano nei cani e nei gatti una sintomatologia che mette in grave allarme i proprietari. L’animale incomincia improvvisamente a gemere ed a sfregarsi il muso, che nel giro di pochi minuti si gonfia a tal punto da rendere l’animale irriconoscibile e da ridurre gli occhi a due sottili fessure. Si tratta di attacchi allergici provocati dalle sostanze tossiche prodotte da ragni, api e calabroni. In rari casi l’edema può estendersi alla bocca, alla laringe ed alla faringe causando delle difficoltà respiratorie a volte con conseguenze drammatiche. Se si riesce ad individuare il luogo preciso della puntura occorre controllare che non vi sia rimasto infisso il pungiglione, che di dovrà rimuovere con una pinzetta. Sul luogo della puntura applicare del ghiaccio o compresse di acqua fredda. La terapia per via generale è basata sulla somministrazione di cortisone per mezzo di un’iniezione sottocutanea. In assenza di miglioramenti la terapia può essere ripetuta dopo 8-10 ore. Nella maggior parte dei casi la sintomatologia scompare dopo 24 al massimo 36 ore, in ogni caso è bene contattare contattare il veterinario.

AVVELENAMENTI

Gli avvelenamenti e le intossicazioni il più delle volte sono trattate dal veterinario con terapie sintomatiche (cioè destinate a combattere i sintomi) e con generiche terapie disintossicanti. Questo perché molte volte la sostanza responsabile dell’avvelenamento rimane sconosciuta ed in altri casi non è disponibile l’antidoto verso un determinato tossico.

COME AGIRE IN CASO DI INGESTIONE DI SOSTANZE TOSSICHE?

Sia nel caso di ingestione di sostanze che di piante velenose possono comparire le più disparate alterazioni a seconda dell’azione del principio tossico. I sintomi più comuni sono:

  • rifiuto assoluto del cibo, vomito e diarrea (a volte con sangue); possono essere anche presenti: ecchimosi diffuse sul corpo (avvelenamento da topicidi anticoagulanti) aumento della salivazione, tremori muscolari e convulsioni;
  • in altri casi l’animale può apparire fortemente depresso o addirittura incosciente, con le pupille dilatate ed avere una temperatura corporea al di sotto della norma. Non ricorrete a rimedi casalinghi, come la somministrazione di latte che in alcuni casi può peggiorare la situazione favorendo l’assorbimento del tossico, o quello di indurre il vomito, che in caso di ingestione di caustici può aumentare l’entità delle lesioni. Occorre comunque recarsi con urgenza dal veterinario.

COME AGIRE IN CASO DI CONTATTO CON UN TOSSICO?

Le sostanze tossiche possono, pur non essendo ingerite, espletare la loro azione da contatto con il corpo dell’animale (cute, occhi, bocca). In questi casi è fondamentale detergere accuratamente la zona colpita con acqua tiepida e sapone neutro. Se risultasse impossibile la rimozione del prodotto (vernici, catrame) non si deve ricorrere all’utilizzo di solventi, ma si taglia il pelo imbrattato. La lesione deve essere medicata con una pomata antibiotica, coperta con una garza e sottoposta ad un controllo dal veterinario.

COME CURARE USTIONI E SCOTTATURE?

Nei cani e nei gatti le ustioni possono essere causate da incidenti domestici: contatto con acqua, caffè od olio bollenti e da eccessiva esposizione al calore del phon dopo i lavaggi. Frequentemente nei gatti randagi, l’ustione è provocata dal passaggio degli animali su parti surriscaldate delle automobili. La gravità delle ustioni si valuta in base alla loro estensione e profondità. Nelle ustioni superficiali il pelo appare bruciacchiato e la cute è arrossata e coperta di vescicole (rigonfiamenti dell’epidermide pieni di liquido chiaro) a cui fanno seguito delle croste. In questi casi è opportuno applicare immediatamente sulla lesione dell’acqua fredda o delle compresse di ghiaccio per una ventina di minuti ed in seguito applicare un’apposita pomata contro le bruciature. Le ustioni profonde sono caratterizzate dalla sofferenza degli strati più profondi della cute che appare erosa e di colorito nerastro o biancastro a causa della morte dei tessuti. In questi casi occorre detergere la lesione usando abbondante acqua fredda, spruzzata con siringhe, precedentemente bollita e ricoprirla con garze sterili in attesa dell’assistenza veterinaria che va ricercata con la massima urgenza.

COSA FARE SE HA LE CONVULSIONI?

Le convulsioni nel cane e nel gatto sono causate da improvvisi e repentini disturbi dell’attività cerebrale e si presentano con contrazioni e tremori che interessano tutto il corpo. Durante gli attacchi convulsivi, che possono durare da pochi secondi a qualche minuto, gli animali oltre ad essere incoscienti possono perdere feci ed urina. Le crisi possono presentarsi una sola volta nella vita o ripetersi con una frequenza variabile da poche volte l’anno a molte volte in un giorno a seconda delle cause che possono essere molte: disturbi genetici, metabolici, malattie infettive o congenite. La comparsa di un attacco convulsivo rappresenta sempre un fatto drammatico per i proprietari che ne restano molto impressionati. Occorre restare calmi poiché nella maggior parte dei casi la crisi cessa spontaneamente. Si devono allontanare dall’animale tutti gli oggetti che potrebbero ferirlo e coprirlo con una coperta evitando di fare rumore per non aggravare il suo stato psichico. Non bisogna scuoterlo, ma occorre parlargli a bassa voce con dolcezza. La terapia degli attacchi convulsivi richiede sempre l’intervento del veterinario, solo nei rari casi in cui la crisi non accenna a fermarsi ed il medico non può intervenire prontamente è necessario praticare del sedativo per via sottocutanea.


COSA FARE IN CASO DI COLPO DI CALORE?

Nei cani e nei gatti i colpi di calore si verificano soprattutto quando vengono lasciati in ambienti chiusi e poco ventilati come un’autovettura in sosta durante le giornate estive o, per quanto riguarda i cani, quando vengono sottoposti a sforzi eccessivi (corse dietro veicoli o biciclette) in giornate particolarmente calde. I nostri animali non possono contrastare l’aumento della temperatura corporea attraverso il sudore come fa l’uomo, l’unico mezzo a loro disposizione è l’aumento della frequenza respiratoria che però in molti casi non è sufficiente. Quando si trova chiuso all’interno dell’auto incomincia ad avere caldo, si agita e si sente soffocare, le mucose paonazze, gli occhi fuori dalle orbite, la lingua a penzoloni, il suo respiro sempre più affannoso surriscalda l’aria nell’abitacolo e consuma l’ossigeno presente: la morte è per asfissia. Occorre intervenire tempestivamente con impacchi di acqua gelata sulla testa ed immergere tutto il suo corpo in acqua fredda per cercare di riportare la temperatura a valori normali. Ci si deve recare immediatamente dal veterinario e nel frattempo iniettare per via sottocutanea dei corticosteroidi per contrastare il collasso cardiocircolatorio. Un’importantissima raccomandazione al fine di prevenire questi incidenti è quella di non lasciare mai gli animali in macchina nei mesi caldi, o almeno parcheggiare all’ombra e con i finestrini aperti non lasciandoli a lungo e di non sottoporli mai a sforzi eccessivi nelle giornate estive.

COSA FARE IN CASO DI CONGELAMENTO?

I cani ed i gatti essendo dotati di pelo, sono piuttosto resistenti alle basse temperature. Se però sono bagnati si possono verificare dei danni all’organismo; quindi le cadute in laghetti o stagni o le lunghe permanenze nella neve possono essere pericolose per i nostri amici. La temperatura corporea si abbassa pericolosamente e se non viene riportata a valori normali in breve tempo possono essere compromesse le attività vitali con rischio di vita. Alcune aree del corpo possono andare incontro a congelamento: le parti più colpite sono le orecchie, la coda, gli arti e gli organi genitali in quanto sono meno protetti dal pelo ed hanno un maggior scambio di calore con l’esterno. La zona colpita è insensibile e può apparire di colorito scuro a causa della mancanza di circolazione sanguigna e della morte dei tessuti. Si deve immediatamente intervenire da una parte riscaldando l’organismo e dall’altra tentando di ripristinare la circolazione nella zona colpita da congelamento. Si deve trasportare l’animale in un ambiente caldo, avvolgerlo in una coperta e riscaldarlo con delle borse dell’acqua calda. Se misurando la temperatura rettale si dovesse osservate ipotermia (36-37 °C) si deve immergere lo sfortunato amico in una vasca con acqua calda e poi asciugarlo accuratamente con phon. Sulla parte congelata si deve applicare del calore umido, come ad esempio degli stracci inumiditi con del vapore. Si deve agire con delicatezza senza sfregare i tessuti per non creare danni e non si deve applicare alcun farmaco prima dell’arrivo del veterinario.


COSA FARE IN CASO DI ANNEGAMENTO?

I casi di annegamento nei cani e nei gatti non sono molto frequenti , in quanto sanno nuotare istintivamente. Può accadere però che un animale cadendo in acqua subisca dei traumi che gli rendono impossibile il nuoto o, ancora, che non riesca ad uscire dall’acqua e si sfinisca finendo con l’affogare, come accade a quei soggetti che cadono nelle piscine o nei corsi d’acqua con forti correnti e argini molto ripidi. La prima cosa da fare è quella di allontanare l’acqua presente nei polmoni. Se si tratta di un gatto o di un cane di piccola taglia l’ideale è metterlo a testa in giù sollevandolo per gli arti posteriori comprimendo con una mano il torace per 2-3 secondi più volte per facilitare la fuoriuscita dell’acqua. Nei cani di grossa taglia deve essere effettuato lo stesso massaggio, utilizzando entrambe le mani, mentre sono sdraiati su di un lato con la testa tenuta più bassa del corpo. La ripresa della respirazione è segnalata dalla comparsa dei movimenti respiratori e da colpi di tosse. Se non si dovessero verificare occorre praticare la respirazione artificiale in attesa dell’intervento del veterinario.


COSA FARE IN CASO DI MORSO DI VIPERA?

Le vipere rappresentano un grave pericolo per i cani che quando hanno la fortuna di poter girovagare per i boschi ficcano il muso negli anfratti e nei cespugli dove questi rettili sono soliti nascondersi. Oltre che velenoso il morso della vipera è molto doloroso: l’animale, se non muore sull’istante, incomincia a gemere e guaire disperatamente. La gravità del morso dipende dalla sede colpita, in cui la circolazione sanguigna può essere più o meno abbondante, dalla quantità del veleno inoculato, dalla specie a cui appartiene la vipera, dalla stagione, dall’ipersensibilità individuale al veleno e dall’età e dalla taglia del cane. La zona colpita appare tumefatta, calda, dolente e visi possono individuare due forellini lasciati dai denti del rettile, circondati da piccole emorragie. Una volta individuata la sede del morso occorre agire tempestivamente per impedire che il veleno si diffonda nell’organismo applicando un laccio di 5 centimetri sopra la ferita senza stringerlo molto per non fermare la circolazione arteriosa e allentando ogni 5 minuti circa. A questo punto si deve procedere ad allontanare la maggior quantità possibile di veleno praticando, con molta cautela in modo da non ledere i grossi vasi sanguigni, un taglio a croce profondo 2-3 mm sulla ferita e schiacciando la parte con le dita in modo da far sanguinare la ferita. In seguito la lesione va lavata e disinfettata con abbondante acqua ossigenata. A questo punto , se lo si ha a disposizione, occorre iniettare il siero antiofidico metà attorno alla ferita e, dopo 10 minuti se non si sono verificate reazioni allergiche, l’altra metà per via intramuscolare. Ora si può levare il laccio e praticare un’iniezione di cortico-steroidi per via intramuscolare per combattere lo stato di shock. Il cane va comunque trasportato dal veterinario al più presto.


COSA FARE IN CASO DI FOLGORAZIONE ELETTRICA?

La curiosità e la tendenza a rosicchiare tutto ciò che trovano, fanno si che i cani ed i gatti,
in particolare se cuccioli, corrano spesso il rischio di venire a contatto con fili elettrici e prese di corrente che purtroppo non sempre sono adeguatamente protetti. Nella maggior parte dei casi le lesioni sono localizzate a livello del cavo orale e si presentano come ustioni, mentre gli effetti del passaggio dell’elettricità nell’organismo si manifestano con shock, diminuzione della pressione sanguigna, alterazione dell’attività cardiaca e perdita di coscienza. Se uno dei nostri amici ha subito uno shock elettrico la situazione è grave e occorre agire tempestivamente. La gravità dei sintomi generali dipende dall’intensità e dalla durata della scossa: l’animale può presentare contrazioni muscolari, convulsioni, fibrillazione cardiaca, edema polmonare e stato di incoscienza. Se il soggetto non dà alcun segno di vita occorre praticare il massaggio cardiaco e la respirazione artificiale in attesa dell’intervento del veterinario.


COSA FARE IN CASO DI INGESTIONE DI CORPI ESTRANEI?

I cuccioli sia di cane che di gatto hanno la tendenza a giocare con gli oggetti più disparati e
di ingerirli. I corpi appuntiti ( lische di pesce, ossa di pollo) si possono conficcare nel palato, nella lingua o fra i denti, causando una sintomatologia drammatica: l’animale porta le zampe anteriori verso il muso come se tentasse di strappare qualche cosa alla bocca, ha conati di vomito e segni di soffocamento. Con calma e cautela una persona afferra la testa dell’animale con la mano sinistra, mentre con l’indice della mano destra abbassa la mandibola inferiore. Un’altra persona individuato il corpo estraneo, può tentare di estrarlo con una pinzetta. Se non si riesce a risolvere la situazione occorre ricorrere prontamentem all’aiuto del veterinario. I corpi estranei in molti casi progrediscono lungo l’apparato digerente e si possono fermare nello stomaco o nell’intestino. In questi casi la sintomatologia si instaura più lentamente ma non per questo è meno grave: vomito irrefrenabile, in particolare dopo assunzione di acqua, rifiuto del cibo, assenza di defecazione e profondo abbattimento. Non si deve assolutamente tentare di indurre il vomito o somministrare purganti nel tentativo di far espellere il corpo estraneo poichè si potrebbero provocare gravissimi danni. Solo l’intervento del veterinario può affrontare la situazione.

COSA FARE IN CASO DI LOCALIZZAZIONE DI UN CORPO ESTRANEO NELL’APPARATO RESPIRATORIO?

Se un corpo estraneo si inserisce nella faringe o nella trachea l’animale è agitato, ansima, tiene la testa estesa in avanti, perde abbondante saliva dalla bocca e la lingua può apparire bluastra: la situazione è di grave emergenza e bisogna gire con tempestività. Per prima cosa occorre spalancare la bocca dell’animale afferrando con la mano sinistra la mandibola superiore mentre con la destra si abbassa quella inferiore e, se è possibile individuare l’oggetto e tentare di estrarlo. Se questo tentativo dovesse fallire occorre afferrare il soggetto per gli arti posteriori e rivoltarlo con la testa verso il basso scuotendolo energicamente e, se ciò non dovesse bastare, comprimendogli il torace con le mani. Se si tratta di un cane di grosse dimensioni e proprio non riuscite a sollevarlo è possibile sdraiarlo da un lato e comprimergli il torace ritmicamente per favorire l’espulsione del corpo estraneo. In queste occasioni ogni minuto è prezioso e bisogna agire nel modo più rapido e deciso possibile.

COSA FARE IN CASO DI PROLASSO?

Nei cuccioli e nei gattini può verificarsi il prolasso del retto che può essere di natura congenita o conseguente a gravi forme di diarrea. A livello dell’apertura anale è possibile osservare un tratto di mucosa intestinale, di varia lunghezza a seconda della gravità della lesione, che protende all’esterno. In questi casi bisogna astenersi da qualunque intervento, ma coprire la parte con una garza sterile e rivolgersi immediatamente al veterinario.

COSA FARE IN CASO DI INCIDENTE STRADALE?

Quando un animale viene investito da un’auto la prima cosa da fare è quella di provvedere a trasportarlo dal veterinario. Nel frattempo, senza perdere la calma occorre constatare se il soggetto è ancora in vita e la gravità delle lesioni riportate, controllando:

  • l’attività respiratoria;
  • il battito cardiaco;
  • l’eventuale presenza di emorragie interne.

Se non dovessero essere presenti le funzioni vitali si può tentare di rianimare il soggetto praticando la respirazione artificiale ed il massaggio cardiaco nell’attesa dell’intervento del veterinario.


COME TRASPORTARE UN ANIMALE FERITO?

Il corretto trasporto del ferito riveste una grande importanza in quanto dei movimenti scorretti ed avventati potrebbero creare delle lesioni od aggravare quelle già presenti. Il metodo migliore è quello di utilizzare una barella che può essere costruita estemporaneamente utilizzando un tappeto, una giacca o un golf. Il paziente va adagiato con ogni cautela, facendo soprattutto attenzione a non far subire bruschi movimenti alla spina dorsale, sulla rudimentale barella che deve essere sollevata da tutte e quattro le estremità contemporaneamente. Un altro ottimo trasporto può essere costituito da qualunque supporto rigido come un asse di legno o di cartone su cui far scivolare lentamente l’animale. Se non si ha nulla a disposizione e non vi è nessun aiuto occorre trasportare il ferito in braccio. Se è di piccola taglia gli si deve porre un braccio attorno al collo e l’altro sotto il torace facendo attenzione a non schiacciare le ferite (se la lesione fosse sul torace occorre non comprimere quest’ultimo). I gatti devono essere avvolti in una coperta o un asciugamano per evitare che si divincolino. Se si tratta di un cane di grossa taglia l’ideale è cingerlo con le braccia, anteriormente all’altezza delle scapole e posteriormente attorno alle cosce.

QUANDO SI DEVE SOSPETTARE UN’ EMORRAGIA INTERNA?

A seguito di incidenti stradali o cadute si possono verificare delle emorragie interne che colpiscono gli organi o i vasi presenti nella cavità addominale o toracica mettendo in grave pericolo la vita dell’animale.

I sintomi sono rappresentati da stato di incoscienza, polso debole, battito cardiaco appena percettibile e mucose degli occhi e della bocca molto pallide. In questi casi non tentate di fare nulla ma recatevi immediatamente nel più vicino pronto soccorso.

COME VALUTARE IL RESPIRO?

A seguito di un grave trauma è importante valutare le caratteristiche del respiro: presenza o meno di movimenti respiratori, loro frequenza e tipo. Si deve osservare la cassa toracica e controllare che si abbassi e si alzi con regolarità e ritmo. Un respiro molto superficiale con movimenti del torace brevi e veloci può indicare lesioni che provocano dolori a livello di apparato respiratorio, mentre un esagerato coinvolgimento della muscolatura addominale durante gli atti respiratori può indicare un’ernia diaframmatica o un versamento di liquidi a livello polmonare.

COME PRATICARE LA RESPIRAZIONE ARTIFICIALE ED IL MASSAGGIO CARDIACO?

La respirazione artificiale rappresenta un tentativo estremo di salvare la vita all’animale, quindi occorre agire con tempestività ma anche con calma e decisione. Il soggetto deve essere sdraiato su di un fianco con la testa leggermente estesa sul collo. L’aria deve essere immessa nelle vie nasali, tenendo ben chiusa la bocca, oppure nel cavo orale tenendo chiuse le narici. Si deve soffiare con una certa forza per 2-3 secondi osservando il sollevamento del torace che va successivamente aiutato a svuotarsi comprimendolo dopo aver tolto le mani dalle cavità nasali e dalla bocca. Si devono far compiere da 7 a 10 atti respiratori al minuto fino a che la respirazione non riprende spontaneamente. Quando il battito cardiaco non è percepibile e la funzionalità del cuore è cessata occorre intervenire immediatamente con il massaggio cardiaco , che è l’unico intervento che in situazioni estreme può salvare la vita dell’animale. Con il soggetto sdraiato sul lato si deve appoggiare il palmo della mano (o di tutte e due se si tratta di un animale di grande taglia, sul torace) subito dietro al gomito esercitando una serie di 60 compressioni al minuto. (vedi foto sotto).
Negli animali di taglia piccola, come gatti e cani nani la compressione può essere effettuata monomanualmente afferrando il torace all’altezza del cuore, dietro i gomiti, con una sola mano e comprimendo ritmicamente. Mentre si comprime si deve contare fino a 2 mentre solo fino ad 1 quando si rilascia. Spesso nei traumi molto gravi l’arresto cardiaco si accompagna a quello respiratorio quindi il massaggio cardiaco va eseguito unitamente alla respirazione artificiale eseguendo una respirazione circa ogni 5 compressioni di stimolazione cardiaca. Si tratta sempre di situazioni di grave emergenza, quindi tutte queste operazioni vanno eseguite mentre ci si reca urgentemente ad un pronto soccorso o dal veterinario.

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Femmina blu nata il 09/11/2023 da Carlo Martello della Luce Tranquilla  X Moonlight Great Dangerous Dream.
Genitori testati ufficialmente per displasia anca/ gomito.
Info: +39 3476532865
www.dangerousdreamalani.com
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PATRICK Great Dangerous Dream Owner: Heinrich Urs PATRICK Great Dangerous Dream
Owner: Heinrich Urs Schriever (Switzerland 🇨🇭)
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PROMETHEUS Great Dangerous Dream parte con la sua PROMETHEUS Great Dangerous Dream parte con la sua nuova famiglia. Owner: Lars & Jessica Mordhorst (Australia 🇦🇺)
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PACO Great Dangerous Dream con la proprietaria Fla PACO Great Dangerous Dream con la proprietaria Flavia Scoyni (Finlandia 🇫🇮)
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PLATONE Great Dangerous Dream con la proprietaria PLATONE Great Dangerous Dream con la proprietaria Simona Pavani da Modena e famiglia 💖 @simo_pav76
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FAQs

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Info Alano

Quanto vive un alano?

Generalmente la vita media di un alano è di 8/10 anni. Ci sono alani che vivono di più e alani che vivono di meno. Certi possono vivere anche fino a 12 anni, altri vivono meno degli 8, e la causa principale è la dilatazione/torsione gastrica, che può avvenire anche in giovane età se si è predisposti, nonostante ci siano accorgimenti che possono evitarla, come la semplice operazione preventiva di ancoraggio (gastropessi). Non accade a tutti, per carità, sarebbe un guaio, ma l’alano risulta statisticamente essere la prima razza in cima alla lista con questa patologia.

Il tutto dipende dal fatto che, arrivati ad una certa età, gli alani tendono a sviluppare alcuni problemi, come tutti i cani di taglia grande e gli esseri umani anziani: reumatismi, problemi all’ossatura, o alcune patologie come tumori, torsioni di stomaco o disfunzioni cardiache. Ovviamente non tutti gli alani sviluppano malattie. Molto si può fare per far vivere un alano più a lungo e in maniera più sana possibile: somministrazione di cibo di qualità sin da cucciolo, adeguato posto per il riposo caldo e mordibo, rigorosamente in casa, esercizi moderati e quotidiani anche in età avanzata e soprattutto, tanto tanto amore.

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Quanto e cosa mangia un alano?

Un alano mangia circa un kg di cibo al giorno (o poco più), diviso per crocchette di marca, carne e riso o pasta lessata.

L’alimentazione del cucciolo va curata nella maniera più accurata possibile. I nostri cuccioli escono dal nostro allevamento a 80 giorni d’età circa, finiti di vaccinazioni, sverminazioni e microchip inserito, con un alimentazione a base di crocchette puppy di marca per cani di grossa taglia, carne macinata di manzo e latte di capra. Quest’ultimo va tolto verso il quarto o quinto mese in quanto verso quella età provoca diarrea e non viene più digerito. I cuccioli mangiano tre volte al giorno e non bisogna badare a spese durante la crescita, perchè è proprio nel primo anno di vita, particolarmente nel primi 10 mesi, che si forma un alano. L’ossatura si forma velocemente dai tre agli otto mesi per cui, durante questo periodo è altamente consigliato l’uso di integratori per le ossa, quali il Cosequin, Condrogen o Fortiflex.

Un alano adulto mangia crocchette adult di base, sempre di marca e per cani di grossa taglia, integrate con carne bianca o rossa (senza ossi, pelle o grasso), oppure carcasse di pollo macinate, riso lessato o pasta lessata, sciacquata e senza amido e sale. L’alimentazione è abbastanza soggettiva, e può essere personalizzata in base alle tolleranze e gusti alimentari del cane. A questi cibi si possono aggiungere tuorli d’uovo (due volte a settimana) ricotta e carote bollite. Fuori pasto è possibile somministrare come snack tozzi di pane secco, che oltre a fornire carboidrati, sono ottimi per tenere puliti i denti.

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Quanto costa mantenere un alano?

E’ difficile rispondere a questa domanda poiché la risposta dipende da tanti fattori. Erroneamente da quel che si pensa, i costi che riguardano un alano, non sono tanto quelli per l’acquisto ma quelli per il mantenimento, essendo un cane molto delicato e impegnativo.

Per quanto riguarda l’alimentazione, un alano adulto non costa meno di 80/100 euro al mese. La spesa può essere superiore se parliamo di cuccioli in crescita che, oltre ad alimentazione di ottima qualità, necessitano di integratori per le ossa e continui controlli veterinari.

Ma le spese non riguardano solo l’alimentazione, ci sono le spese veterinarie, sulle quali è impossibile fare un calcolo, in quanto dipendono dai prezzi del proprio veterinario di fiducia ai problemi che può avere un essere vivente nel corso della propria vita, anche cose insignificanti che necessitano però di una visita veterinaria o una terapia. Se tutto va bene, l’alano vedrà il veterinario una sola vota l’anno, solo quando andrà a fare la vaccinazione annuale!

Poi ci sono le spese varie, quali materassini sui quali dormire, che nel primo anno di età distruggerà continuamente, fino a che non avrà passato il periodo adolescenziale e si sarà tranquillizzato (dopo l’anno di vita).

Infine, quando ci si lamenta per il prezzo d’acquisto di un alano, allevato con criterio, bisogna porsi la domanda: “Ma se non posso permettermi la spesa economica di acquisto sarò poi in grado di curarlo come si deve e mantenerlo?”.

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Ma un cucciolo negli allevamenti costa troppo

Prima di credere questo o che allevatori che lavorano nel rispetto della razza allevata stando a tutti i regolamenti del codice etico dell’Ente della Cinofilia Italiana (ENCI) lavorino a scopo di lucro, leggi questo bell’articolo dal portale Ti presento il cane: Mille euro per un cucciolo? Ma è un furto! … O forse no!

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Se compro un cucciolo di alano in un negozio di animali o su siti internet invece che in allevamenti, non è la stessa cosa?

No, non è la stessa cosa: NON COMPRATE CUCCIOLI NEI NEGOZI E NEI SITI INTERNET CHE PROPONGONO CUCCIOLI IN VETRINA!!! Sono tutti cucciolifici tenuti su da cagnari senza scrupoli e disonesti che non si curano affatto della salute degli animali ma solo del guadagno, a scapito dei poveri cuccioli. Il più delle volte si tratta di traffico dei cuccioli malati provenienti dall’est dell’Europa (Striscia la Notizia nel parla spesso). Affidatevi solo ad esperti allevatori specializzati nella razza che intendete comprare, dopo un’attenta ricerca e valutazione! A tal riguardo leggete questo articolo scritto dalla giornalista cinofila Valeria Rossi: I negozi di animali.

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Il web è pieno di annunci di cuccioli di alano a 300 euro. Non sono la stessa cosa?

NO!!! La selezione costa, le monte (magari fatte lontano da casa o all’estero costano), le spese veterinarie per i cuccioli costano, le spese per le radiografie ufficiali della displasia costano, tutti gli esami fatti sui soggetti messi in riproduzione in un allevamento costano, l’alimentazione costa, le spese di allevamento costano, e il lavoro che c’è dietro è tantissimo. Per cui cuccioli venduti a prezzi stracciati si presuppone non abbiano dietro nessun tipo di selezione e costo, nessuna cura, se non quella essenziale (a volte nemmeno quella), non siano soggetti che rispecchiano lo standard di razza (in quanto non c’è lavoro di selezione dietro e sono cani accoppiati a caso e senza nemmeno il pedigree). Cuccioli pagati cosi poco non solo non si possono chiamare cani di razza, ma non hanno nessuna garanzia di salute e sicurezza, e possono portarsi dietro svariati problemi di salute mandando qua e la il proprietario per curare le malattie da un veterinario all’altro. Viene da dire: Chi risparmia spreca!

A tal proposito rimando sempre all’articolo del portale Ti presento il cane: Mille euro per un cucciolo? Ma è un furto! … O forse no?

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Dove trovo la lista delle esposizioni a cui poter partecipare?

Sul sito della Società Italiana Alani ci sono i calendari per le mostre speciali e i raduni di razza, a questo link: http://www.clubalani.it/informations.asp?id=38

Sul sito dell’Enci ci sono i calendari per le esposizioni nazionali (http://www.enci.it/manifestazioni/nazionali.php?anno=2012) e internazionali (http://www.enci.it/manifestazioni/internazionali.php?anno=2012). Su questa pagina in basso ci sono tutta la lista di expo divise per anno e tipologia: http://www.enci.it/manifestazioni/calendari.php

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Perché gli animalisti ce l’hanno con gli allevatori?

Perché attribuiscono, erroneamente, le colpe del randagismo a noi. E qui parlo di allevatori seri e non di cagnari. I cagnari producono cuccioli in quantità senza controlli e selezione, li smerciano, ci fanno commercio, li vendono a chiunque, come anche i negozi, senza preoccuparsene. Gli allevatori invece scelgono i proprietari del cucciolo, sono conoscitori esperti della razza che allevano, fanno tutti i controlli sui cani in riproduzione, si preoccupano di dove il proprio cucciolo andrà ad abitare, e si rifiuta persino di vendere il proprio cucciolo a persone che non gli ispirano fiducia. Compito dell’allevatore infatti, è quello di fare cultura cinofila alla gente, anche di sconsigliare una certa razza ad una data persona perchè poco adatta.

L’allevamento sarebbe una soluzione al randagismo infatti, se si sterilizzassero i cani meticci evitando cucciolate dove poi i cuccioli non si sanno a chi dare e dove sistemarli. La gente comprerebbe solo cani di razza pagandoli e dopo essersi informati per bene su quale razza di cane è più adatta al proprio stile di vita. Infatti i cani randagi sono quasi sempre cani meticci.

Gli animalisti sono del parere che i cani non vanno venduti, ci trattano come commercianti tutti allo stesso modo, senza sapere che il vero allevatore non guadagna e non vive di questo, ma ci arrotonda solo le spese di mantenimento dei propri cani. Ignorano il duro lavoro dell’allevatore e le sue preoccupazioni ogni volta che cede un cucciolo a qualcuno. Noi amiamo i cani e li curiamo, ci preoccupiamo del loro avvenire. Se si facesse come la pensano gli animalisti i cani di razza si estinguerebbero perché non ci sarebbe più un ente (ENCI) a tutela della cinofilia e dell’educazione cinofila del cane di razza. Il vantaggio di un cane di razza rispetto ad un meticcio poi, è che si conoscono già le caratteristiche da quando è cucciolo, la taglia, se verrà grande o meno, e cosa importantissima il carattere che avrà, potendo decidere così quale cane è più adatto alle proprie esigenze. Questo non può avvenire con un meticcio che, a volte si crede rimanga piccolo e invece cresce come un pastore abruzzese o che tira fuori caratteristiche caratteriali indesiderate, con la conseguenza che poi verrà abbandonato per le strade perché  non si voleva quel tipo di cane!

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I siti che vendono animali online chiedono 300 euro in più per consegnarli con il pedigree: ci si può fidare?

E’ una truffa bella e buona! Prima di tutto un cucciolo di razza ha diritto al pedigree per natura e non andrebbe mani venduto senza. Seconda cosa una certificazione di carta, in questo caso il pedigree, all’allevatore costa poco meno di 20 euro, e non 300 euro!!! Potete controllare sul sito dell’Enci sotto la voce “tariffe istituzionali” per rendervi conto che un pedigree costa 20 euro. Quel che costa non è la certificazione, ma sono le spese di selezione, la monta, l’alimentazione, le spese veterinarie dei cani, non un pedigree. Non fidatevi dei negozi online, dei bei siti con vetrine di cuccioli di tutte le razze, di tutte le belle parole. Sono falsità!!! Non fidatevi, sono PEDIGREE FALSI!!! Non fidatevi anche per un altro motivo: NESSUN ALLEVATORE che rispetta i codici etici (che lo proibiscono), venderebbe mai i suoi cuccioli ad un intermediario, un negozio o un sito che li vende a terzi. L’allevatore deve rispettare il codice etico dell’Enci che gli impone di allevare i propri cuccioli e di venderli direttamente al proprietario, dopo avergli spiegato le caratteristiche della razza che sta per prendere. Un allevatore non può fare commercio di cani! Quindi quando scrivono “I nostri cuccioli vengono solo da allevatori seri” è FALSO! I cuccioli di questi negozi vengono dalle tratte illecite dei paesi dell’est o da cucciolifici di cagnari (tipo la Green Hill, o quelli che si vedono su Striscia la notizia).

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L'Alano, un cane non adatto a tutti

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